La vita di Piero Chiara

piero_chiara_siCon gli anni Settanta Chiara comincia a lavorare per la televisione, italiana e svizzera, e per il cinema. Alcuni suoi romanzi vengono tradotti in film ad opera di registi famosi (Alberto Lattuada, Dino Risi e Marco Vicario, tra gli altri), spesso con il suo contributo di sceneggiatore e per la televisione produce alcuni originali: oltre a I giovedì della signora Giulia, I capitani, forse, Un uomo curioso e Il ritorno di Casanova. Quello con il cinema, per altro, non fu per Chiara un rapporto facile. A Roberto Gervaso, che nel luglio del 1977, in una intervista gli domandava, provocatoriamente, se quando scriveva un romanzo pensasse più alla letteratura o al cinema, rispose:

“Anche se alcuni critici dicono il contrario, io penso esclusivamente alla letteratura. Il cinema quando viene, viene dopo”.
– PIERO CHIARA

E nell’agosto dello stesso anno, a Ernesto Gagliano che in una intervista per Stampa Sera di Torino gli chiedeva se fosse contento che i suoi romanzi e i suoi racconti arrivassero sullo schermo, grande o piccolo che fosse, dichiarava:

“Guardi, l’unica soddisfazione è di carattere economico. Apprezzo quei registi come Lattuada o Risi che riescono a rispettare abbastanza lo spirito del libro, ma inevitabilmente ci sono cadute nell’erotismo che nelle mie opere non si trovano. Quando un uomo e una donna vanno a letto, io mi fermo fuori della stanza: lascio lì i miei personaggi. Il cinema invece entra nella camera, piazza la macchina da presa e ritrae tutto. Proprio tutto”
– PIERO CHIARA

Di fatto, la sua attività principale rimase sempre quella di “narratore”: la sua vera passione fu raccontare “fatti”. Dal 1974, Chiara è tra i dodici componenti della Fondazione francese di studi storici con sede a Venezia e nel 1976 viene insignito dal governo francese del grado di Ufficiale delle Palmes Académiques per il contributo dato alla valorizzazione e alla diffusione delle opere di Giacomo Casanova.

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